Arredo Yacht di Lusso: Il Caso di Studio del Mega Yacht "Aurelia 29" con Progenio e MicroStation

BE INSPIRED AWARDS 2017  -  Intervista a Massimo Franceschetti, ideatore di Progenio

Scritto da Sara Balleroni | 26/09/17 12.48
In veste di Gold Partners di Bentley Systems parteciperemo all’annuale conferenza The Year in Infrastracture, una convention esclusiva in cui sarà il CEO di Bentley Systems, Greg Bentley in persona

PLANSTUDIO vola a Singapore! 


 

In veste di Gold Partner Bentley Systems, Planstudio partecipa all'annuale conferenza The Year in Infrastructure, una convention esclusiva in cui sarà Greg Bentley in persona a presentare le innovazioni tecnologiche, i successi e i progetti per il futuro della multinazionale di MicroStation.

Inoltre quest’anno la conferenza avrà una location esclusiva: Singapore e il famosissimo Marina Bay Sands Hotel!

Come sapete Planstudio collabora con Bentley Systems da tanti anni. Dal 2017, in più, siamo anche Bentley Gold Partners e unici sviluppatori ufficiali di MicroStation in Italia, con contratto BDN (Bentley Developer Network).

Proprio per questo saremo a Singapore dal 10 al 12 di ottobre: per raccontarvi dal nostro punto di vista tutte le novità della convention più esclusiva dell’anno.

Vi racconteremo anche l’attesa premiazione del BE INSPIRED AWARDS 2017, a cui quest’anno hanno partecipato ben sei aziende con cui Planstudio collabora, che hanno presentato progetti realizzati con MicroStation e Progenio.

Seguici per non perdere nessuna novità!

 

Intervista a Massimo Franceschetti, ideatore di Progenio


 

Il legame fra Planstudio e Bentley nasce più di vent’anni fa. In occasione della grande convention di Singapore abbiamo pensato di fare un salto nel passato e farci raccontare da Massimo Franceschetti (titolare di Planstudio, sviluppatore e ideatore di Progenio), come tutto ha avuto inizio e qual è la direzione futura…

 

Come ti sei avvicinato al mondo dei software Bentley Systems?

Il mio primo lavoro è stato in un’azienda di ingegneria. Lavoravo con un ingegnere che aveva fatto la tesi di laurea con MicroStation e aveva lavorato in Intergraph, che all’epoca possedeva la maggioranza di Bentley.

Sto parlando del 1989: lavoravamo con microprocessori 286! Si lavorava in Autocad e MicroStation, ma da subito è stato evidente per tutti come MicroStation fosse molto più performante: ad esempio riuscivamo a gestire progetti di grandi dimensioni (come rilievi topografici) senza problemi, mentre con Autocad questo non era possibile.

È stato quando abbiamo cominciato a gestire grandi progetti legati alle linee di alta velocità che si è cominciato a sviluppare degli applicativi verticali su base MicroStation, in modo da velocizzare e automatizzare i tempi dell’ufficio tecnico.

I risultati sono stati strabilianti: abbiamo ridotto i tempi quasi dell’80%!

È qui che ho cominciato a pensare che automatizzare i processi manuali dell’ufficio tecnico potesse essere la strada vincente anche in altri settori…

 

 

Risultati stupefacenti per quel periodo! E hai avuto modo di confrontarti di persona con i tecnici e gli sviluppatori Bentley Systems?

 

Sì, proprio in una conferenza come quella che ci sarà quest’anno a Singapore!

Era il 1995 e abbiamo partecipato all’IGUG (Intergraph Graphics Users Group) ad Huntsville, negli Stati Uniti. Certo, la situazione era un po’ diversa: all’epoca non si utilizzava ancora Internet e c’erano molti meno modi per rimanere in contatto e aggiornarsi sulle novità.

Una conferenza del genere era davvero un evento mondiale, un’occasione di incontro fra professionisti e la possibilità di assistere alla presentazione dei nuovi grandi sviluppi tecnologici.

Addirittura in quell’occasione ci fu presentato, dalla MicroSoft, il famoso progetto del sistema operativo Cairo (mai realizzato ma utilizzato per lo sviluppo dei sistemi operativi successivi), che avrebbe dovuto essere potentissimo pensato per gestire contemporaneamente più microprocessori coordinati. Si parlava addirittura della possibilità di copiare e incollare da un CAD all’altro: un’operazione che ancora oggi richiede procedure di import/export!

C’era molto fermento in quegli anni, soprattutto perché era il periodo della separazione fra Bentley e Intergraph: la collaborazione fra le due aziende era nata nel 1985, quando i fratelli Bentley avevano lanciato sul mercato PseudoStaion, un software che permetteva di visualizzare e stampare i file prodotti con i sistemi VAX. La quota di maggioranza su Bentley fu quindi comprata da Intergraph che cominciò a commercializzare la futura MicroStation. Per motivi commerciali, in seguito, Intergraph rivendette a Bentley le sue quote e nel 1995, proprio nell’ambito della convention IGUG, era stato allestito uno stand indipendente di Bentley. A terra erano state stampate tutta una serie di impronte bianche che partendo da Intergraph portavano a Bentley…

Nasceva l’idea di sviluppare verticalmente sul motore di base del CAD MicroStation e andare a creare dei nuovi applicativi: proprio per questo durante il viaggio visitai anche diverse software house negli Stati Uniti, confrontandomi sulle tecnologie utilizzate.

 

 

E com’è nato il collegamento con il settore dell’arredamento su misura?

Quando ho smesso di lavorare per lo studio di ingegneria di cui parlavo, mi sono preso un periodo per riflettere sulla direzione da prendere: rimaneva fermo l’interesse per l’automatizzazione delle procedure tecniche tramite verticalizzazioni di MicroStation, ma non avevo ancora capito in che settore mi sarei specializzato.

Mi trovavo comunque nel grande Distretto del Mobile di Pesaro e già nell’esperienza lavorativa precedente avevo avuto alcuni contatti con questo settore. Si trattava di un settore in crescita e c’era una grande necessità di software dedicati: all’epoca non c’erano piattaforme complete, spesso le aziende che avevano bisogno di mettere in piedi procedure particolari assumevano uno o più sviluppatori che lavoravano creando dei prodotti ad hoc.

C’era un vuoto di mercato e, in modo naturale, siamo andati a riempirlo.

L’esperienza nel mondo dell’arredo è nata lavorando con Progenio e costruendolo passo a passo. All’epoca il lavoro non era “in ufficio”: ci si inseriva nelle aziende e se ne vivevano i processi e le realtà, facendo un’esperienza difficilmente raggiungibile in altro modo.

 

 

E anche in questo caso hai scelto di partire da Microstation…

 

Certo, avevo sempre sviluppato a partire da MicroStation! All’epoca, inoltre, c’era la convizione che MicroStation sarebbe diventato il CAD principale in commercio: a livello tecnico era evidentemente superiore.

In realtà a seguire il mercato si è molto complicato ed è andato verso una settorializzazione e i software Bentley sono diventati leader nell’ambito delle infrastrutture. Questo dipende da diversi fattori: da una parte il ruolo delle infrastrutture è e sarà sempre più importante, soprattutto parlando di smart city; dall’altra parte la specializzazione di settore è dovuta anche alle caratteristiche stesse di MicroStation: alla potenzialità unica di gestire progetti di grandissime dimensioni e alla flessibilità di progettare anche forme molto particolari.

La superiorità di MicroStation, inoltre, si ha dal punto di vista dello sviluppo: sviluppare e personalizzare su MicroStation è incredibilmente veloce, ci vuole meno della metà del tempo che per realizzare le stesse cose su altri CAD, soprattutto meccanici.

Nel settore dell’arredo su misura, in cui ogni azienda lavora a suo modo, questa è la caratteristica che si è rivelata vincente.

 

Ma come si è arrivati a Progenio?

Quando ho cominciato a lavorare autonomamente ho cominciato con degli sviluppi personalizzati per aziende di arredamento della zona.

Il primo grande lavoro è stato quello per Ekofarma, un’azienda di arredi per farmacia di Urbino, che cercava un supporto per sviluppare delle procedure per parametrizzare i propri archivi di arredi.

Tanti sviluppatori avevano rifiutato il progetto, mentre era stata l’azienda stessa a rifiutare le proposte di chi sviluppava su CAD meccanici, molto rigidi e lontani dal settore. Noi accettammo la commessa, anche se ancora il progetto non era definito nei dettagli: ho detto di sì perché avevo fiducia in MicroStation; non sapevo qual era la strada ma sapevo che si poteva arrivare.

Era il 1999: Ekofarma stava passando dal tecnigrafo al 3D. Abbiamo cominciato a riorganizzare l’ufficio tecnico, dove si faceva uno studio di layout in 2D; si procedeva poi all’ingegnerizzazione in 3D e alla generazione automatica di distinte d’ordine, liste di taglio, documentazione per la produzione: questo era già in nuce quello che sarebbe diventato Progenio.

Negli anni a seguire si è continuato così: con delle verticalizzazioni ad hoc per le aziende dell’arredamento su misura. È stato poi dal 2005/2006 che si è cominciato a pensare e organizzare uno sviluppo organico: era nato Progenio.

 

 

Pianta di arredo di un'intera farmacia ingegnerizzata e realizzata da Ekofarma con MicroStation e Progenio

 

Perché Progenio è stato una grande novità? In che direzione andava il mondo dell’arredo?

 

Prima della nascita di Progenio esistevano tanti “configuratori”. Il problema alla radice era che, prima di poter progettare con uno strumento del genere, si dovevano investire mesi di lavoro nell’imputazione di dati a sistema. Si decidevano regole, vincoli, parametri e finché questa configurazione non era completa era impossibile lavorare. Addirittura, se c’erano modifiche di setting in corso d’opera, era obbligatorio fermarsi e nel peggiore dei casi proseguire a mano…

Ekofarma, nel 1999, dopo il nostro lavoro, poteva cominciare a progettare e configurare esattamente nello stesso momento.

Con questo progetto nasceva anche l’automatizzazione dei documenti per la produzione: per risparmiare tempo, per evitare l’errore umano.

Ora ci sono anche altri software, meccanici magari, che automatizzano queste procedure: la differenza, però, è di impostazione.

Progenio nasce dall’idea che ogni singola azione svolta ai fini della commessa deve servire ad agevolare e velocizzare il risultato, fin dalla prima riga disegnata dall’ufficio tecnico in fase di offerta. Permette la flessibilità delle modifiche e permette di sfruttare il lavoro dell’ufficio tecnico per agevolare e velocizzare il passaggio in produzione.

Per un CAD meccanico, invece, la commessa comincia in produzione, quando l’offerta è già stata accettata. Un processo del genere parte dal presupposto che la progettazione non sia un costo: questo poteva essere valido quindici anni fa; il mercato era orientato alla produzione standard e i costi di progettazione erano minori: ora le aziende puntano sul su misura o su lotti molto ridotti e i tempi di progettazione sono diventati molto impegnativi. La nostra sfida è stata sfruttare quei tempi per velocizzare tutta la commessa.

L’idea alla base del CAD meccanico è “solo l’errore costa”: per questo vengono inseriti dei vincoli rigidissimi in cui l’operatore deve muoversi; questo può ridurre l’errore, ma impedisce anche la flessibilità e la libertà di modifica che invece sono necessarie nel su misura.

Noi nasciamo nel settore del su misura e Progenio è nato proprio per le esigenze di questo settore.

 

 

Guardando lontano: in che direzione va Progenio?

 

L’obiettivo futuro è continuare a ridurre i tempi di progettazione, coinvolgendo tutta la commessa: anche la prima riga disegnata deve essere funzionale alla produzione. Ma questo è normale, è già insito nell’idea di Progenio: è un processo continuativo a cui lavoriamo ogni giorno.

L’altra direzione a cui puntiamo è quella dell’Industria 5.0, della fabbrica distribuita: il futuro è nella condivisione dei dati.

In quest’ottica non parliamo solo dell’utilizzo di un’unica piattaforma e di dati consultabili in cloud: parliamo di una vera e propria intelligenza artificiale, che sia in grado di far comunicare fra loro le diverse “configurazioni” e le diverse modalità produttive delle aziende, “traducendone” i processi.

Si tratta di uno sguardo al futuro importantissimo, soprattutto nel mercato italiano, formato in gran parte da PMI: agevolare la comunicazione fra aziende porterebbe ad una fortissima spinta commerciale.

Nelle Marche abbiamo già creato una buona sinergia, soprattutto in ambito nautico fra falegnamerie, studi di ingegnerizzazione e cantieri: un punto di partenza ottimo per un futuro non così lontano.

 

 

BE INSPIRED AWARDS 2017

 

A Singapore verranno anche presentati i progetti finalisti del Be Inspired Awards 2017, l’annuale concorso che vede competere i migliori progetti realizzati con i software Bentley.

Sono ben sei i clienti di Planstudio che hanno partecipato e concorso per il Be Inspired Awards: nei prossimi giorni pubblicheremo qui sul nostro blog i loro progetti relizzati con MicroStation e Progenio.

I progetti che verranno presentati sono:

Seguici sul nostro blog e sui nostri canali social per non perderti i progetti candidati al Be Inspired Awards e per il racconto in diretta da Singapore della conferenza più esclusiva dell’anno!