Consigli: 6 errori da evitare nella progettazione 3D di arredamento su misura

La progettazione, nell’epoca della quarta rivoluzione industriale e di Industria 4.0, non riguarda più “semplicemente” il disegno CAD: è un’operazione complessa di interscambio di informazioni fra i vari dipartimenti aziendali ed è il cuore pulsante della gestione della commessa. È la fase operativa in cui si genera valore e profitto.

Se hai letto il nostro precedente articolo, probabilmente sai già quanto è importante ottimizzare la progettazione per un’azienda che progetta e produce arredo su commessa. 

Premesse tutte le particolarità del settore dell’arredo su misura e premesso che ogni azienda, in un certo senso, “progetta e produce a modo proprio”, possiamo comunque individuare alcuni comuni errori da evitare nella progettazione 3D di arredamento, risolvibili con i giusti strumenti. 

 

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Errore n. 1: Ogni progettista è un’isola

Il vostro ufficio tecnico è probabilmente formata da un team di progettisti che lavorano insieme alla stessa commessa.

Il progetto, inoltre, dovrà essere visto, revisionato e approvato dai responsabili dell’ufficio tecnico, dagli architetti e dalla committenza.

Proprio per questo il primo errore da evitare è quello di utilizzare modalità, riferimenti e codici non chiari o non condivisi da tutto il team.

Invece, purtroppo, spesso capita che all'interno della stessa azienda diversi progettisti abbiano modalità operative diverse: nomi diversi o non intuitivi per i layer, diverse modalità per indicare le quote. Una situazione del genere crea più facilmente confusione, errori: stabilire con il team una modalità definita nel dettaglio toglie al singolo operatore il peso di decidere quali codici o riferimenti utilizzare e elimina i tempi persi per chiarificare le incomprensioni.

Tieni in conto che i software CAD più avanzati danno la possibilità di configurare dei “file seme” pre-impostati secondo le modalità aziendali di progettazione, per guidare i progettisti nel lavoro.

 

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Errore n. 2: Una progettazione poco smart

Come abbiamo già detto il progetto di un arredo non è mai fine a se stesso: è un vero e proprio organismo che serve a comunicare sia con la committenza che con la produzione.

Questo significa che la progettazione va fatta tenendo a mente tutta una serie di fattori di grande importanza:

  1. le modalità produttive dell’azienda. Un esempio: al momento di scegliere che tipo di pannello utilizzare per un arredo, sarà bene che il progettista segua delle regole aziendali, altrimenti il rischio è che ogni parte del progetto sia realizzata con pannelli di spessori diversi! E questo vale per ogni parte dell’arredo.
  2. l’organizzazione dei dato: la commessa ha una propria struttura e la codifica deve seguire delle norme comuni per tutti, per non correre il rischio di non rintracciare i pezzi o di non saperli collocare.
  3. l’organizzazione delle informazioni grafiche: a livello di disegno del singolo elemento, è importante che i raggruppamenti come i layer o livelli siano decisi di comune accordo e secondo le modalità più utili a tutto il team, ad esempio secondo il materiale o secondo il tipo di arredo.

Progettare in modo smart significa avere la commessa interamente sotto controllo e velocizzare i tempi necessari ad attuare eventuali modifiche, molto frequenti nell'arredo su commessa.

Ad ogni modo, anche in questo i software CAD più evoluti sono un grande aiuto, supportando la gestione dei dati di progetto e automatizzando la codifica.

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Errore 3. Una committenza senza limiti

Ne sentiamo parlare ogni giorno: spesso capita che una richiesta della committenza o degli studi di architettura di riferimento sembri “assurda” al progettista esecutivo o all'azienda di produzione. In effetti, a volte è difficile conciliare estetica e funzionalità e certi progetti architettonici sono, nella realtà, irrealizzabili.

L’ufficio tecnico dell’azienda che progetta e produce si trova spesso a dover mediare, in queste situazioni.

I progettisti dovranno fare il possibile per assecondare le richieste della committenza ma, in quanto responsabili della realizzazione… devono essere sicuri che l’arredo stia in piedi e possa essere utilizzato! La cosa migliore è cercare di instaurare un buon rapporto di comunicazione e collaborazione con gli architetti a cui si appoggia la committenza, così da valutare insieme, se necessario, il giusto equilibrio fra estetica e funzionalità.

L’occhio critico del progettista esecutivo è fondamentale: se l’architettonico venisse preso per buono a prescindere, si rischierebbe di andare in produzione con arredi inutilizzabili e sobbarcarsi grandi costi per risolvere gli errori in un secondo momento.

 

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 Un progetto di Pad Project Srl

 

Errore n. 4. Sottovalutare le interferenze

Anche in questo caso, si tratta di un errore che può sembrare banale, senza esserlo affatto; arrivare in produzione con un progetto per il quale non sono state calcolate correttamente le interferenze porta a grandi costi di aggiustamento in produzione.

Cosa intendiamo esattamente? Parlando di interferenze o di clash, intendiamo i conflitti fra gli elementi dell’arredo a cui si lavora. Nello specifico si ha hard clash quando si progetta più di un arredo nello stesso spazio, soft clash se l’interferenza è dovuta al fatto che gli arredi sono troppo vicini fra loro o logical clash se alcuni componenti ostacolano il montaggio o la funzionalità di altri elementi (come un cassetto che non ha spazio per aprirsi, ad esempio).

Già lavorare con un CAD 3D dà un grande vantaggio nel riscontrare visivamente le interferenze, che invece sarebbero difficili da immaginare semplicemente guardando una tavola in 2D.

D’altra parte, se teniamo in conto che spesso si tratta di progetti di arredo complesso, ai quali lavorano diversi progettisti e in cui gli spazi hanno una grande rilevanza (pensiamo ad esempio all’arredo di uno yacht!), è quasi impossibile riscontrare tutte le interferenze senza l’aiuto di uno strumento di clash detection inserito nel CAD.

Il consiglio è: la clash detection va utilizzata ogni volta che si fa una modifica all’arredo, per essere sicuri di non avere spiacevoli sorprese.

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Errore n. 5: Ripartire sempre da zero

È vero che nell'arredo contract e su commessa ogni progetto è a se stante e diverso dall'altro.

È anche vero, però, che alcuni elementi e alcune parti di progetti già realizzati spesso possono essere ripresi come base da modificare per realizzare un nuovo elemento d’arredo: uno degli errori più grandi che si può fare in progettazione è dare per scontato che si debba sempre ripartire da zero.

Questa regola generale è importante sia per una questione di tempistica (modificare un elemento di arredo dovrebbe essere più veloce che ridisegnarlo da zero), sia per una questione di funzionalità. Ripartire da zero, infatti, espone il progettista a un maggiore rischio di errori: sono più numerose le scelte che dovrà fare in termini di materiali, spessori, ferramenta…

Per ottimizzare i tempi e la resa, i CAD spesso permettono di archiviare delle celle di elementi riutilizzabili, che all'occasione possono essere presi, inseriti nel disegno e modificati secondo le esigenze.

Attenzione: non stiamo parlando necessariamente di moduli parametrici, che potrebbero ostacolare le modifiche che escono dai vincoli impostati, ma anche di elementi del disegno disegnati liberamente, che possono essere copiati e riutilizzati.

Anche una tale archiviazione di elementi utili deve essere comunque analizzata, definita e resa comune a tutto l’ufficio tecnico, per semplificarne la ricerca e l’utilizzo.

 

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Errore n. 6: Bloccarsi la strada da soli

Abbiamo parlato di celle e moduli archiviabili e modificabili. Diversa cosa sono i moduli parametrici: si tratta di elementi solitamente regolari, come cassettiere o scaffalature, che possono essere inserite “in blocco” nell'arredo e i cui elementi sono legati fra loro da delle regole geometriche (dette anche vincoli).

La comodità nell'utilizzo di elementi parametrici è che, se si rimane nei limiti delle regole pre-impostate, questi possono essere allungati o allargati velocemente e i parametri si riadattano in autonomia.

Proprio per questo, un errore comune può essere quello di pensare che parametrizzando ogni elemento di arredo si metta fine agli errori di progettazione di cui abbiamo parlato precedentemente. Può sembrare erroneamente che, mettendo dei vincoli stretti alla progettazione, sia più semplice essere sicuri che tutti i progettisti usino i giusti materiali, i giusti layer o i giusti spessori.

Dall’altro lato, però, un eccesso di regole è sicuramente limitante nella gestione dello speciale: nel contract, la maggior parte degli elementi di arredo non si ottiene semplicemente allungando e accorciando celle parametriche già archiviate.

Anzi, nella maggioranza dei casi, l’ufficio tecnico si trova ad affrontare progetti dalle forme complesse e mai realizzate prima: un’eccessiva parametrizzazione risulta in questi casi sicuramente bloccante.

Il consiglio è: utilizzate i blocchi parametrici, quando e dove servono, ma non abbiate pretese di usarli per “controllare” l’operato dell’ufficio tecnico.

Una progettazione smart e coordinata si ottiene in primo luogo con la condivisione di modalità aziendali precise, consultabili e chiare per tutto l’ufficio tecnico, e soprattutto il giusto CAD vi darà la possibilità di usare sia disegno parametrico che disegno libero.

 

Conclusioni: da dove inizio?

Lo abbiamo già detto, ma ripetiamolo: la progettazione è interconnessa. La progettazione, quando parliamo di arredamento su commessa, non riguarda semplicemente il disegno realizzato con CAD, ma tutto il flusso produttivo. Questo significa che ottimizzare il lavoro dell’ufficio tecnico porta generalmente a un riscontro in termini di profitto per tutta l’azienda.

La chiave perché questo feedback positivo si realizzi sta in un corretto flusso delle informazioni: gli errori più comuni derivano da una mancata comunicazione fra i progettisti o fra i reparti, dall’utilizzo di modalità operative diverse e non condivise, da una difficile organizzazione dei dati. In poche parole, la maggior parte degli errori in fase di progettazione derivano da una gestione non ottimizzata dei flussi di lavoro della commessa e dei dati di progetto.

Il punto di partenza per migliorare i risultati e le marginalità è proprio questo: fermarsi a riflettere e ad analizzare i flussi di gestione della commessa e il passaggio di informazione fra i vari reparti aziendali, se possibile anche appoggiandosi a consulenze esterne, che potrebbero vedere più chiaramente quali sono i colli di bottiglia nell’intero processo.

In seconda battuta, una volta individuate le criticità, anche gli strumenti fanno la differenza: scegliere la giusta tecnologia CAD, adatta per le esigenze della tua azienda e soprattutto per il tuo settore di mercato, incide profondamente sulla resa.

I CAD 3D non sono tutti uguali: alcuni nascono per favorire la progettazione di elementi a catalogo, altri nascono appositamente per l’arredamento contract e ti permettono quindi una maggiore flessibilità in fase di progettazione, agevolando con degli automatismi la generazione di documentazione esecutiva.

Pronti per cominciare a ottimizzare l’ufficio tecnico?

 

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