Guida pratica ai principali formati CAD

Cos’è il formato di un file? Intuitivamente tutti lo sappiamo e lo riconosciamo.

Vale però la pena di scendere un po’ nel dettaglio tecnico, per capire quali sono i principali formati CAD, quali sono le differenze fra un formato e l’altro e perché è la questione  è così importante in termini di produttività ed efficienza per la tua azienda di arredo.

Il formato è la modalità standard attraverso la quale l’informazione viene codificata per l’archiviazione in un file. In parole semplici: è il modo in cui un file trattiene, archivia e trasmette le informazioni.

Come saprai, esistono migliaia di formati nel mondo e centinaia di formati CAD: alcuni di questi sono liberi, mentre altri sono proprietari (quindi protetti da copyright).

Generalmente ogni software CAD ha un proprio formato nativo, cioè la sua propria e caratteristica modalità di codificare ed esportare il file.

La questione si fa complessa in situazioni di progettazione in cui intervengono più aziende, fra contractors, committenza e diversi fornitori, ognuno dei quali potenzialmente può utilizzare un diverso software CAD e quindi fornire i file in formati eterogenei.

 

In particolare nel settore dell’arredamento su commessa, contract o semplicemente su misura, la situazione può essere resa complicata dalla necessità di:

  • ricevere, aprire e gestire i file della committenza, degli architetti della committenza o di altri fornitori (ad esempio di impiantistica);
  • gestione interna di più formati: dovuta all’utilizzo di software diversi nel reparto di progettazione e rendering, ingegnerizzazione e produzione (CAM)
  • disponibilità continua dello storico aziendale: nel caso in cui si scelga di cambiare software CAD o in cui ci si aggiorni ad una nuova versione dello stesso.

 

I problemi principali che possono sorgere sono:

  • la non compatibilità fra CAD e formati: succede quando ti forniscono un file in un formato che il tuo CAD non ti permette di aprire;
  • la perdita di dati: a diversi formati, come abbiamo detto, corrispondono diversi modi di organizzare ed archiviare l’informazione; per questo è quasi ovvio che, quando si trasferisce un file da un formato all’altro, alcuni dati possano andare persi.

Si tratta di problemi non da poco per un’azienda di progettazione e produzione d’arredo, perché rischiano di bloccare completamente il processo produttivo o di comportare comunque grosse perdite di tempo, poiché il tecnico dovrà rintracciare manualmente le informazioni perse e completarle o correggerle.

La prima cosa da fare per evitare una situazione del genere è - quando si introduce in azienda una nuova piattaforma di progettazione CAD - considerarne nel dettaglio la capacità di comunicare con i principali formati CAD: in poche parole, valutarne l’interoperabilità.

Vediamo più nel dettaglio cosa si intende con questo termine.

 

Interoperabilità fra i principali formati CAD: valore e complessità

Il termine informatico interoperabilità indica la capacità di un software o di un sistema, di interagire con altri prodotti o sistemi, senza restrizioni di accesso.

Si possono distinguere due categorie di interoperabilità:

  • interoperabilità orizzontale, che riguarda programmi di uno stesso tipo ma di produttori diversi; nel caso di un software CAD l’interoperabilità orizzontale riguarda la possibilità di importare ed esportare i principali formati CAD diversi dal proprio e quindi di leggere file provenienti da altri software CAD.
  • interoperabilità verticale, che riguarda programmi complementari tra loro, ma necessari in uno stesso processo produttivo, come possono essere un software CAD e il software CAM (per le macchine CNC).

Lo scambio di informazioni tra un software CAD e l’altro, tramite file di diverso formato, riguarda la geometria del disegno, ma non solo.

Vengono infatti trasmessi anche:

  • metadati: attributi non grafici, ma di contenuto,
  • Design intent data: dati sulle relazioni interne al progetto, ad esempio regole e vincoli parametrici;
  • Application data (dati di applicazione): ad esempio dati che servono per comunicare il percorso utensile alle macchine CNC.

Come superare l’inevitabile problema che pone l’utilizzo di formati diversi?

Ci sono tre possibilità.

1. Interoperabilità nativa

Quando è possibile, è sicuramente la soluzione migliore e più completa.

Si ha interoperabilità nativa quando il software CAD permette di aprire direttamente un file di un altro formato senza necessità di convertirlo, evitando sia la perdita di dati che i tempi di conversione.

Un esempio classico è quello del CAD MicroStation di Bentley Systems che permette di aprire il .dwg di AutoCAD e lavorarci direttamente in nativo senza necessità di conversioni.

Il file potrà anche essere salvato direttamente in .dwg, senza bisogno di export.

Purtroppo non sempre questo tipo di interoperabilità è possibile, perché i formati CAD sono proprietari, quindi il grado di comunicazione dipende anche dagli specifici accordi tecnico commerciali fra le case madri.

 

2. Passaggio attraverso formati neutrali

È la soluzione che si sceglie spesso quando è necessario utilizzare due software che sono fra loro non interoperabili e che non leggono, quindi, i reciproci formati.

In questi casi si può scegliere di utilizzare un formato “ponte”: un formato neutrale che sia compatibile con entrambi i software.

Il primo software esporta in formato neutrale, il secondo software importa in formato neutrale.

Qual è il risvolto della medaglia?

Il passaggio è doppio, quindi possono crearsi non pochi problemi di perdita dati.

Qui a seguire vedremo insieme quali sono i principali formati CAD neutrali.

 

3. Traduttori CAD

È l’utilizzo di software “terzi” per tradurre un file da un formato all’altro.

In alcuni casi può essere l’unica soluzione accessibile, ma in generale è sconsigliata: più aumentano i passaggi di file da un software all’altro più aumenta il rischio di perdere dati; inoltre va considerato che inserire nuovi software nel processo produttivo può essere oneroso.

 

Qual è la modalità migliore? Dipende sempre dalla situazione specifica della tua azienda.

Come già detto, un buon principio in linea generale è cercare di evitare il più possibile il passaggio di dati e formati, in modo da evitare la perdita di informazioni o la corruzione dei file.

Il giusto strumento CAD per la tua azienda andrebbe valutato quindi anche in base all’interoperabilità e alla sue effettive funzionalità: se hai la possibilità di utilizzare un’unica piattaforma e un unico ambiente di lavoro sia per la progettazione in 2D che per quella in 3D e per il rendering, ad esempio, ridurrai notevolmente la necessità di traduzione dei file.

Ma torniamo ai principali formati CAD.

 

quali sono i principali formati cad

 

Quali sono i principali formati CAD per l’arredo contract e su misura?

Di formati CAD ce ne sono tantissimi e sarebbe impensabile una guida esaustiva a tutti i formati CAD sul mercato.

Quello che ci interessa in questo momento è presentare e imparare a conoscere i principali formati CAD che ti potrebbe capitare di incontrare nella progettazione e produzione di arredo su misura, dando particolare attenzione ai formati neutrali per l’interscambio di dati e traendone qualche conclusione utile a ridurre al minimo le perdite di dati dovute a mancata interoperabilità.

Ecco alcuni dei principali formati CAD.

 

.dwg

È un formato proprietario, usato per file CAD in due e tre dimensioni; sviluppato per il pacchetto InterCAD negli anni Settanta, fu poi registrato da Autodesk nel 1982 come formato di AutoCAD. È uno dei formati più utilizzati e ne esistono più versioni, che sono state sviluppate e aggiornate nel corso degli anni.

Una situazione che però può portare a problemi di interoperabilità anche fra diverse versioni dello stesso .dwgdiverse versioni di Autocad non sono sempre in grado di aprire tutti i tipi di file .dwg.

Se ti occupi di arredo contract e prodotto su commessa, sicuramente hai a che fare tutti i giorni con file .dwg: è il principale formato utilizzato per i 2D che mandano gli architetti o il formato che richiedono i fornitori esterni.

Le limitazioni di AutoCAD nella progettazione di arredo sono note. In ogni caso è fondamentale utilizzare un software che in ogni situazione può aprire, modificare ed esportare .dwg per garantire le collaborazioni esterne.

 

.dgn

È il formato CAD 2D/3D di MicroStation (Bentley Systems), principale alternativa al  formato .dwg di Autodesk.

Al contrario del .dwg è un formato piuttosto stabile, tanto che ne esistono solo due principali versioni: quella nata negli anni Ottanta e resa pubblica da Intergraph (detta “v7 DGN”) e la successiva, la “V8 DGN”, pubblicata nel 2000: una versione aggiornata che ha migliorato notevolmente le potenzialità di gestione di informazioni del file in formato .dgn e che è ancora completamente accessibile a quasi vent’anni di distanza.

Nel 2008, Autodesk e Bentley hanno siglato un accordo per migliorare l’interoperabilità fra i rispettivi software CAD: le due aziende hanno concordato lo scambio delle reciproche librerie e di altre informazioni tecniche che permettessero ai due formati di comunicare la meglio.

Questo fa sì che MicroStation possa aprire i file in .dwg in nativo, cioè senza necessità di conversione e salvarli direttamente in formato .dwg, risparmiando molto tempo e garantendone l’integrità.

Un’altra cosa da tenere a mente riguardo al .dgn è che spesso viene tassativamente richiesto da grandi committenti, come Fincantieri.

 

.dxf

Il Drawing Exchange Format o formato .dxf è un formato di interscambio CAD in 2D sviluppato da Autodesk e introdotto sul mercato nel 1982, per permettere l’interoperabilità fra AutoCAD e altri software.

Grazie al generale maggior grado di interoperabilità fra software raggiunto negli anni, il .dxf ha diminuito la propria utilità.

 

.igs o .iges

L’Initial Graphic Exchange Specification o .iges è un formato neutrale di interscambio, pubblicato per la prima volta nel 1980 dall’americano National Institute of Standars and Technology.

Viene utilizzato per passare dati fra sistemi CAD eterogenei e permette scambi bidirezionali. Permette agli utenti CAD di scambiare i dati di modello sotto forma di diagramma del circuito in wireframe, modellazione di superfici, modellazione solida 3D o rappresentazioni grafiche.

 

.stp

I cosiddetti file STEP o Standard for the Exchange of Product Model Data sono file di interscambio che permettono di tradurre e comunicare la geometria, la struttura degli assemblati e la tipologia di forma (solidi, superfici…) sia in import che in export. 

Lo STEP è uno standard internazionale noto anche come ISO 10303.

 

.x_t e .x_b

Sono i principali formati dei file Parasolid.

Il Parasolid uno dei principali standard CAD di interscambio e permette di importare ed esportare direttamente la geometria 3D (solidi superfici, curve, densità di parte e strutture di assieme).

 

.ifc

L’Industry Foundation Classes o .ifc è uno dei formati di interscambio più particolari: rappresenta infatti lo standard internazionale aperto utilizzato per i progetti BIM.

Con il termine BIM (Building Information Modeling) indichiamo non tanto un software o un prodotto, quanto un processo e una modalità di lavoro per la progettazione di edifici, infrastrutture e grandi complessi in cui vengono compresi anche gli arredi.

Il concetto di BIM comporta l’introduzione di dati strutturati direttamente nel progetto 3D in modo che tutti gli attori (dai contractors, ai fornitori alla committenza) possano accedere direttamente a queste informazioni. 

Il formato di interscambio fra i diversi software che supportano la progettazione BIM (fra cui OpenBuildings Designer di Bentley Systems) è l’ifc.

Un formato open, cioè non proprietario, sviluppato e aggiornato da una organizzazione indipendente in grado di supportarlo e migliorarlo costantemente.

Nel video qui sotto vedi una rappresentazione esplicativa del funzionamento del processo BIM.

 

 

CONCLUSIONI: l'interoperabilità non basta

I formati CAD sono centinaia e non sempre sono direttamente compatibili.

Certo, l’interoperabilità è un grande valore in un software CAD e maggiore è l’interoperabilità del software CAD che utilizzi, minori sono le probabilità di perdere tempo a correggere gli errori di passaggio da un formato all’altro.

Dall’altra parte, poiché il formato porta con sé una specifica modalità di archiviazione dei dati, anche la maggiore interoperabilità non ti mette al 100% al sicuro dagli errori generati nel passaggio da una piattaforma all’altra, che possono riguardare sia la geometria che i metadati.

Le soluzioni possibili sono diverse, dalla ricerca di software che siano compatibili in modo “nativo” con più di un formato, all’utilizzo di formati neutrali di interscambio o all’utilizzo di veri e propri software “traduttori”.

 

Ma guardiamo la questione da una prospettiva più ampia, che può tornarci comoda soprattutto nel mondo dell’arredo contract e su commessa.

Non puoi controllare i software che utilizzano o ti richiedono la committenza e i fornitori esterni.

Quello che puoi controllare è il modo in cui il dato passa e si conserva all’interno della tua azienda e del tuo flusso produttivo: è qui che puoi andare a ottimizzare per ridurre sprechi di tempo e costi, migliorando la marginalità di commessa!

La situazione, nei peggiori dei casi, potrebbe essere che:

  • l’ufficio progettazione utilizza un software per realizzare dei rendering di presentazione;
  • una volta approvato il progetto, l’ufficio tecnico utilizza un altro software ancora per fare da capo il progetto esecutivo;
  • le liste e le distinte vengono fatte a parte con Excel;
  • per non parlare del collegamento alle macchine CNC...

In ognuno dei punti dell’elenco qui sopra si perde tempo e si rischia errore: o nel “ricreare” informazioni che ci sono già, come succede se l’ufficio tecnico ridisegna da zero il progetto, o nella perdita di dati che può avvenire nella traduzione di un file da un software all’altro.

Questo succede perché i dati di progetto sono frammentati: ogni reparto aziendale ha i propri dati e… spesso non c’è garanzia che siano esattamente coincidenti con i dati che utilizzano gli altri reparti!

In questo caso come in tanti altri: meno è di piùOvvero: se ci sono meno software in azienda, la produttività migliora.

Meno software vuol dire avere una piattaforma unificata, utilizzata da tutti i dipartimenti aziendali e che quindi ha funzionalità tali da risolvere tutte (o quasi!) le esigenze del tuo processo produttivo.

 

Questo è l’unico modo per eliminare alla radice il problema di inefficienza dato da perdite dati e mancata interoperabilità.

D’altra parte la cosa più importante è sempre tenere d’occhio le caratteristiche e le necessità specifiche della tua azienda.

 

Inoltre, nello scegliere un software CAD, l’interoperabilità non è l’unico fattore da tenere in considerazione!

Per questo ti consigliamo di dare un’occhiata alla guida che puoi scaricare cliccando qui sotto: per essere sicuro di scegliere la soluzione CAD migliore per la tua azienda ed evitare ogni sorpresa.

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